TRC: un "Muro di Berlino" divide Rimini e Riccione

Continua la battaglia riccionese sul TRC, ovvero il Trasporto Rapido Costiero su gomma, da molti definito come la TAV romagnola, ed andrebbe a collegare la stazione di Rimini con quella di Riccione con fermate intermedie durante il percorso. L’opera, pensata per migliorare il trasporto di viaggiatori e turisti in Romagna, con lo scopo di offrire un servizio in più al territorio, è fonte di dibattiti e proteste da molto tempo. Dopo vari tentativi di interruzione dei lavori pubblici nei cantieri con relative denunce, proteste di comitati vari organizzati dai cittadini nell’esprimere il proprio dissenso, sono apparsi cartelli con foto dei “responsabili del TRC” tra cui Andrea Gnassi, sindaco di Rimini e i precedenti sindaci di Riccione degli ultimi due mandati. Viene infatti evidenziata la decisione dei suddetti di aver speso 100 milioni di euro in un’opera definita inutile la quale condannerà a morte 220 alberi (definiti secolari dal comune di Riccione, anche se in realtà questi pini avranno spento si e no 70 candeline) per far posto ad un “Muro di Berlino“.
Il progetto del Trc è in realtà datato 1995, quando al governo del Comune e della Provincia c’era il PDS, oggi Partito Democratico; in origine la linea avrebbe dovuto unire tutto il litorale, da Ravenna a Cattolica. Per assurdo infatti, il progetto divide le due città, che in materia hanno pareri opposti: da una parte il sindaco riccionese Renata Tosi esprime il suo dissenso per un’opera dai “troppo alti costi di mantenimento”; dall’altra parte il sindaco riminese Andrea Gnassi ha sempre manifestato positività sul TRC, fin dai tempi della stesura del suo programma elettorale, 3 anni fa. Casi simili indicano che il TRC, a dispetto delle invasioni dei manifestanti nei cantieri, andrà avanti per la sua strada, ma solo il futuro potrà dirci se a rimetterci saranno i poveri “pini secolari” o i turisti stipati senza ossigeno dentro l’11* di turno.